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Francis Martin è un giovane apprendista inviato, per il suo primo servizio giornalistico, a una fiera del bestiame che si tiene sull'isola di Saint Léonard. Raggiunta quest'ultima, Francis non trova alcuna indicazione ma, anzi, l'ostilità iniziale degli abitanti. Accetta, così, l'aiuto d'un singolare personaggio: Sigmund, pilota di dirigibili. Inizia così un'avventura in un luogo senza tempo che sembra partorire esistenze e storie stravaganti e immaginifiche. E dunque lo Scultore di Difetti, la soffitta delle persone rotte, la Cerchia degli Ambiziosi. E ancora il cimitero delle meditazioni, i due capitani di vascello, il pugile smilzo e la ragazza del Pontile 27; in un labirinto che sembra riportarci sulle orme di Alice e di Gulliver o di certi straniati mondi letterari nati dalle penne di un Bioy Casares e di un reverendo Abbot. Una vertigine reale come sono alle volte i sogni, gli incubi e, di più, la follia quando tenta di dare un senso risarcitorio alla vita, alle sue interruzioni, alle sue sconfitte. Vascelli di carta finisce per disegnare, così, un pellegrinaggio nell'inconscio alla ricerca di un sé dove, come in una matrioska, sanno celarsi i mille volti di un giovane uomo che, nel suo ultimo viaggio interiore, perde se stesso.